All’indomani della decisione a suo favore della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), che l’ha ritenuta vittima di discriminazione. Semenya, 32 anni, aveva sequestrato la CEDU dopo che la giustizia svizzera aveva confermato nel 2020 una decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) convalidando un regolamento della Federazione internazionale di atletica leggera (World Athletics), che la priva di alcune gare perché rifiuta il trattamento per abbassare i suoi livelli di testosterone.
In una decisione resa con una maggioranza ristretta di quattro giudici contro tre, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito martedì che la Svizzera ha violato in modo significativo l’articolo 14 della Convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo, relativo al divieto di discriminazione. , in combinato disposto con l’articolo 8, che tutela il diritto al rispetto della vita privata. Semenya, che ha un eccesso naturale di ormoni sessuali maschili ed è stato in conflitto con la Federazione internazionale di atletica leggera per più di un decennio, ha definito la decisione auto ” significativa ” mettendo in discussione il futuro di tutte le regole simili. La mia speranza è che World Athletics, e oltre a ciò tutte le organizzazioni sportive, tengano conto della decisione della CEDU e garantiscano il rispetto della dignità e dei diritti umani degli atleti.“, Ha continuato il due volte campione olimpico negli 800m in un comunicato stampa.
Nessuna reintegrazione ancora, tuttavia
La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo non invalida però il regolamento della Federazione internazionale di atletica leggera e non apre direttamente la strada al reinserimento di Semenya sugli 800 metri, la sua corsa preferita, senza cure ormonali. A marzo World Athletics ha persino inasprito le regole per quanto riguarda le atlete iperandrogeniche, come Semenya, che ora devono mantenere i loro livelli di testosterone sotto la soglia di 2,5 nanomoli per litro per 24 mesi (invece di 5 nanomoli per sei mesi) per competere nella categoria femminile, a prescindere di distanza. “ Date le opinioni dissenzienti su questa decisione, incoraggeremo le autorità svizzere a rivolgersi alla Grande Camera“della Corte europea dei diritti dell’uomo, la sua formazione suprema che funge da corte d’appello e rende le decisioni definitive, aveva indicato martedì World Athletics, insistendo sulle opinioni divergenti tra i giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo incaricati di questo dossier.