L’esponenziale aumento dei contagi e i tanti casi di positività all’interno delle rose delle squadre, ha spinto la Lega Calcio ha inserire nuovamente delle restrizioni e nuovi protocolli per i rinvii, stante anche il mancato coordinamento tra autorità calcistiche e le Asl di competenza territoriale.
Oltre ad aver modificato il protocollo per poter scendere in campo, che definisce il numero minimo di giocatori a disposizione per disputare le partite, 13 totale compresi i primavera nati entro il 2003, si è intervenuti anche per quel che riguarda la capienza degli stadi. Sono ormai lontani i tempi in cui si auspicava un ritorno alla capienza totale dopo aver stabilito il 75% di riempimento, e, lo scorso sabato, è arrivata l’ulteriore riduzione, in questo caso drastica, per cercare di porre un freno ai contagi, malgrado per l’ingresso agli impianti fosse richiesta la vaccinazione e non più solo il tampone negativo.
Nella scorsa giornata di campionato, infatti, la capienza è stata ridotta al 50% con obbligo di mascherina e super green pass. Stesso discorso per l’imminente finale di SuperCoppa Italiana tra Inter e Juventus prevista a San Siro mercoledì 12 gennaio, che vedrà un riempimento solo a metà.
A partire dal 15 gennaio e fino al 5 febbraio, l’assemblea di Lega ha stabilito che per tutte le gare ufficiali in calendario la capienza massima sarà di soli 5000 posti, decisione prese a seguito delle richieste del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Una scelta che ha fatto storcere il naso non solo ai tifosi ma anche ai virologi interpellati che non hanno ben compreso la logica di tale soluzione.