L’ha vinta lui, il serbo Novak Djokovic. Sta già guardando negli occhi lo svizzero Roger Federer con sei Masters Cup dopo aver battuto in due set, 7-5 e 6-3, al Pala Alpitour di Torino il norvegese Casper Ruud, dopo un match che lo colloca nella fascia privilegiata carica di Master of Masters, che lo riscatta da una stagione segnata dalle polemiche e con la quale si è aggiudicato il più grande premio economico della storia del tennis. Il torneo di Nole non poteva essere migliore, chiude imbattuto, dimostrando una superiorità mentale a volte schiacciante.
Ma “Nole” era molto “Nole“. Inserito, veloce, preciso e con entusiasmo, il serbo ha vinto un primo set molto equilibrato e in cui Ruud ha ceduto, ancora una volta, alla grande. È riuscito a passare in vantaggio molto presto, nella seconda partita, ma ha perso la sua doppia occasione di vantaggio e ha mantenuto il pareggio. Ha ottenuto un altro ‘break’ per andare sul 5-3, ma Ruud ha resistito all’assalto, stringendo il pugno quando ha tenuto il servizio, allentando un po’ di tensione. Troppe le concessioni davanti a un titano che questa volta attacca palla e vince il primo set (7-5). Ruud non si distingue per mostrare emozioni. Né positivo né negativo. Né in pista né fuori. Ma si sentiva a disagio mentre si dirigeva verso il suo posto, come se sapesse che era quasi impossibile per lui superare il suo rivale, guardando la sua panchina alla ricerca di una soluzione che non è mai arrivata e pensando, forse, alle altre tre finali che aveva perso durante l’anno.
Pronti via e nel secondo set Djokovic coglie presto il break togliendo il servizio a Ruud. Quattro a uno in un batter d’occhio, con il vento in poppa. Gli spalti si sono rivolti a Ruud, come hanno fatto con tutti i rivali di Djokovic, cercando di godersi un po’ più di una finale di grande livello tennistico, ma che è sembrata troppo breve considerando il ritmo del veterano tennista. Il serbo ha chiesto l’appoggio del pubblico prima dell’ultimo punto. Sapeva di essere il vincitore e voleva godersi il momento. Un’ora e trentadue minuti dopo aver lanciato questa finale delle finali, ‘Nole’ ha firmato un ace chiudendo in grande stile. Un giorno memorabile, che lo ha reso campione dei campioni, il più anziano della storia a raggiungerlo, Master of Masters con Federer, in un anno dove in numerosi e importanti tornei è stato impedito di competere ad alti livelli per ragioni non sportive.