Nelle ultime ore, un’altra stella del tennis, il 22enne statunitense Jenson Brooksby, si trova nel mirino dell’ITIA, l’International Tennis Integrity Agency, per una sospensione di 18 mesi a causa di tre controlli antidoping saltati nell’arco di un anno. Il giovane talento, precedentemente classificato al 300º posto nel ranking mondiale, dovrà affrontare le conseguenze della sua condotta scorretta, nonostante le sue dichiarazioni di innocenza.
L’ITIA, l’autorità preposta alla tutela dell’integrità nel tennis, ha reso nota la sua decisione in seguito a un’indagine condotta da un tribunale indipendente, istituito da Sport Risoluziones, che si è riunito il 10 ottobre 2023. Durante l’udienza, sono stati ascoltati sia il giocatore che vari testimoni, tra cui l’ufficiale di controllo antidoping coinvolto nel secondo test non superato. Il verdetto è inequivocabile: Brooksby è stato giudicato colpevole di non aver rispettato le regole riguardanti la comunicazione della sua posizione agli ispettori antidoping.
La sanzione inflitta sarà retrodatata al 5 luglio 2023 e avrà scadenza il 4 gennaio 2025. Durante questo periodo, Brooksby non potrà partecipare a nessun torneo ufficiale di tennis, allenarsi o svolgere qualsiasi attività correlata al tennis professionistico. Un duro colpo per un giovane talento che aveva dimostrato un grande potenziale.
Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA, ha sottolineato l’importanza del rispetto delle regole anti-doping: “Il programma di localizzazione è uno strumento vitale per mantenere uno sport pulito. Nessuno vuole che i giocatori violino le regole in questo modo. Offriamo supporto e formazione regolare a tutti i giocatori che fanno parte del programma di permanenza e ci rendiamo disponibili a rispondere a qualsiasi domanda. Invitiamo tutti i giocatori a prendere le misure necessarie per garantire che siano meticolosi con i dati relativi ai loro spostamenti.”
Brooksby, dal canto suo, ha risposto alla sentenza affermando di non aver mai fatto uso di sostanze dopanti e di essere stato sincero e onesto durante l’indagine condotta dall’ITIA. tuttavia, nonostante la sua innocenza dichiarata, ha accettato la responsabilità per quanto accaduto e ha dichiarato che imparerà dalla sua esperienza. In merito al test mancato del 4 giugno, il tennista statunitense continua a sostenere che non è stato un errore suo. La sua lotta per dimostrare la sua innocenza potrebbe rappresentare una lunga battaglia legale che avrà implicazioni significative sulla sua carriera e il suo futuro nel mondo del tennis.