La Var, ormai parte integrante del calcio, sebbene sia stata introdotta per calmare le polemiche per gli errori arbitrali, sembra abbia aggiunto ulteriore problemi per quel che riguarda i malumori dei club che, spesso, non comprendono alcune decisioni neanche dopo il controllo della cosiddetta “moviola in campo”.
Una questione che sta costringendo i vertici del pallone internazionale così come quelli delle associazioni arbitri a mettere a punto alcuni correttivi per rendere la VAR qualcosa che sia, di fatto, incontestabile.
Dopo la proposta del challenge, secondo il quale l’utilizzo della tecnologia sia a discrezione degli allenatori che, dalla panchina potrebbero richiedere l’intervento per un numero limitato di volte durante la partita, come avviene in altri sport come la pallavolo o il basket, l’ex arbitro Rocchi, oggi designatore della Serie A ha aperto alla possibilità di rendere pubblici i dialoghi che intercorrono tra l’arbitro sul rettangolo di gioco e coloro che invece sono in sala VAR.
L’obiettivo è ristabilire il rapporto di fiducia tra la classe arbitrale e le squadre, oltre naturalmente a rendere le decisioni assolutamente trasparenti anche per gli spettatori allo stadio o a casa.
“Succederà presto, perché non abbiamo alcun segreto, è importante capire come avviene la comunicazione e quando. Magari ci potranno essere leggerezze, ma questo dimostrerebbe a tutti la buona fede degli arbitri”. Ha così commentato Rocchi, che ha voluto anche sottolineare come l’introduzione del VAR abbia avuto grandi benefici nella correttezza del gioco, specie per quel che riguarda i casi di rigore, anche se ha evidenziato che, su questo tema, bisognerebbe rivedere il concetto in sé di penalty per evitare una segnalazione eccessiva rispetto al reale.
Sul tavolo anche la possibilità che gli arbitri possano essere intervistati a fine partita.