Con l’introduzione del VAR nel calcio, pensavamo avvenisse una svolta per quel che riguarda le polemiche arbitrali, da sempre protagoniste di ogni giornata della nostra Serie A. Ma la “moviola in campo” non ha avuto i risultati sperati in questo senso, anzi, se possibile, sembra che le polemiche siano addirittura aumentate. Il motivo è riconducibile al fatto che sono sempre gli arbitri, in campo e in sala VAR, a decidere quando far intervenire la tecnologia a supporto del giudice di gara.
Per questo nelle ultime ore sta rimbalzando la notizia secondo la quale si starebbe pensando di modificare la VAR introducendo il concetto di challenge già presente in altri sport, come il tennis o la pallavolo. In buona sostanza, sarebbero gli allenatori delle due squadre in campo a richiedere l’intervento della VAR qualora ravvisassero un episodio dubbio.
Sulla VAR “a chiamata” siamo ancora nel campo delle ipotesi ma, secondo quanto riferito dal Corriere dello Sport, l’IFAB potrebbe discuterne già a marzo 2022, in occasione del meeting annuale del board calcistico mondiale, prendendo spunto da quanto accaduto durante gli ultimi mondiali di calcio a 5 in Lituania, dove è stato utilizzato il challenge dalla squadre partecipanti.
C’è da capire quali saranno le regole che dovranno essere introdotte (quante chiamate a partita in particolare) e soprattutto verificare che tale novità non renda il gioco troppo lento e farraginoso, situazione che potrebbe essere risolta attraverso l’introduzione anche del tempo effettivo. Si parla di un challenge per tempo che, in caso di esito positivo, resterebbe nella disponibilità della squadra richiedente.
Non sapremo se in futuro avremo mai la VAR a chiamata, quello che è pensabile è che una sperimentazione in tal senso possa essere fatta nei campionati giovanili.